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I crash test auto sono uno strumento fondamentale per capire quanto un modello auto protegga davvero chi viaggia a bordo e gli altri utenti della strada.
Al di là di potenza, consumi e dotazioni, è nei test di sicurezza delle auto che si misura la capacità di un veicolo di evitare un incidente o di ridurre le conseguenze di un urto.
Nei prossimi anni questo tema diventerà ancora più centrale. Dal 2026 entreranno in vigore nuovi protocolli Euro NCAP che cambieranno in profondità il modo in cui vengono valutate le vetture vendute in Europa, con la revisione più importante dalla fine degli anni Duemila. L’obiettivo è considerare tutta la “catena” della sicurezza: dall’esperienza di guida, alla manutenzione, fino a ciò che accade dopo un impatto, soprattutto con le auto elettriche.
Capire come funzionano oggi i crash test, cosa cambierà con le nuove normative e come leggere le classifiche, nel tempo aiuta a prendere decisioni più consapevoli, sia quando si acquista un’auto, sia quando si valutano formule come il noleggio a lungo termine.
In Europa il punto di riferimento è Euro NCAP, un programma indipendente sostenuto da governi e associazioni di consumatori. Il suo ruolo è diverso rispetto alle prove di omologazione obbligatorie: queste verificano che il veicolo rispetti i requisiti minimi di legge, mentre Euro NCAP confronta i modelli in scenari più severi e aggiornati, assegnando punteggi e un numero di stelle.
Quando si parla di risultati nei crash test non ci si riferisce a un singolo urto, ma a un insieme strutturato di prove. In sintesi, vengono svolti:
All’interno dell’abitacolo sono posizionati manichini con sensori che misurano le sollecitazioni su testa, torace, collo e gambe. All’esterno vengono utilizzati dispositivi che simulano l’investimento di pedoni e ciclisti per valutare quanto cofano, paraurti e aree del parabrezza riducano il rischio di lesioni gravi.
Accanto alla sicurezza “passiva” (struttura, cinture, airbag) oggi Euro NCAP valuta in modo sempre più ampio anche la sicurezza attiva: sistemi di frenata automatica, mantenimento di corsia, avvisi di superamento dei limiti e altre funzioni di assistenza alla guida che aiutano a evitare l’incidente prima ancora che avvenga.
Le classifiche che confrontano i modelli sulla base della sicurezza non sono un semplice elenco di stelle. Dietro c’è un sistema di valutazione che considera quattro aree principali:
Per ogni area viene calcolato un punteggio in percentuale, che confluisce nel giudizio complessivo. Le auto che ottengono risultati elevati in tutti questi capitoli finiscono in cima alle classifiche dedicate alle vetture più sicure, ma è sempre utile andare oltre il semplice numero di stelle e capire in quali ambiti il modello è davvero forte.
Un punto chiave: una vettura valutata nel 2025 non è direttamente paragonabile, a parità di stelle, a una che sarà analizzata nel 2026. Cambiano le prove, si alzano le soglie e di conseguenza le classifiche vanno sempre lette alla luce del protocollo in vigore nell’anno del test.
Dal 2026 Euro NCAP introdurrà una revisione profonda dei propri criteri di valutazione. Non si tratta di un semplice aggiornamento di soglie e punteggi, ma di una nuova impostazione basata su quattro fasi:
L’idea è di valutare l’auto nel complesso: prima, durante e dopo un incidente, tenendo conto dell’evoluzione delle tecnologie di bordo, delle interfacce digitali e delle motorizzazioni elettriche.
Negli ultimi anni molte funzioni sono state spostate dai comandi fisici ai grandi schermi centrali. Questo ha permesso di integrare sempre più servizi, ma ha anche aumentato il rischio di distrazioni al volante. Il nuovo protocollo terrà conto in modo esplicito di questo aspetto.
Nella fase dedicata alla guida sicura verranno valutati, tra gli altri elementi:
Avranno più peso anche i sistemi che monitorano lo stato della persona al volante, rilevando stanchezza marcata, distrazione prolungata o condizioni non idonee alla guida. Alcune tecnologie sono già in grado di fermare il veicolo in modo controllato se il conducente non è più reattivo: sono proprio queste soluzioni a essere valorizzate nel nuovo schema.
La seconda fase riguarda tutte le tecnologie che aiutano a evitare o mitigare una collisione. L’attenzione sarà rivolta, per esempio, a:
Una novità importante è che questi sistemi non saranno valutati solo su piste di prova, ma anche in scenari vicini alla guida reale: traffico misto, presenza di due ruote, condizioni di visibilità non sempre ottimali. I modelli che puntano alle valutazioni più alte dovranno dimostrare non solo di avere molti dispositivi, ma anche che funzionino in modo coerente e comprensibile.
Il cuore dei crash test tradizionali rimane, ma viene aggiornato. Verranno usati manichini che rappresentano più corporature e posizioni a bordo, con maggior attenzione ai passeggeri posteriori e ai bambini. Le prove su pedoni e ciclisti diventeranno più severe, soprattutto nelle zone intorno al parabrezza e ai montanti, che sono critiche in caso di investimento.
Le valutazioni che si vedono oggi per le vetture analizzate nel 2025 sono già suddivise per adulti, bambini, utenti vulnerabili e sistemi di assistenza. Il nuovo schema riorganizza questi elementi, ma mantiene lo stesso approccio di fondo: unire sicurezza passiva e sicurezza attiva in un quadro unico.
La quarta fase introduce un’area finora meno strutturata: cosa avviene dopo l’impatto. Qui entrano in gioco aspetti legati ai soccorsi e alla gestione dei veicoli elettrificati, come:
Per i costruttori significa progettare l’auto pensando non solo a come si comporterà durante un urto, ma anche a come verrà gestita nei minuti successivi, quando ogni dettaglio può fare la differenza per i soccorritori.
Quando vengono pubblicati i risultati dei crash test è naturale soffermarsi su stelle, punteggi e graduatorie. Questi indicatori sono utili, ma hanno senso solo se si considerano alcuni elementi di contesto.
Per interpretare correttamente le classifiche conviene farsi alcune domande.
Le valutazioni ottenute dalle auto testate nel 2025 continueranno a essere un riferimento anche dopo l’introduzione delle nuove regole, ma i criteri saranno diversi dal 2026. Confrontare due vetture a distanza di molti anni solo in base alle stelle rischia quindi di essere fuorviante.
L’approccio più efficace è usare la classifica come punto di partenza, per poi entrare nella scheda di dettaglio del modello che interessa e capire:
Quando si parla di sicurezza in auto, il tema dei bambini a bordo merita una sezione dedicata. Non basta che la vettura ottenga buoni punteggi: serve anche un seggiolino adeguato e correttamente installato. Esistono prove specifiche sui sistemi di ritenuta per l’infanzia, che valutano la protezione dei più piccoli in diversi scenari d’urto e in varie posizioni a bordo.
Gli standard più recenti, come i-Size, sono stati introdotti per:
Prima di acquistare un seggiolino è utile verificare:
Molte criticità emergono non tanto dal prodotto, quanto da un montaggio non corretto. Tra gli errori più frequenti ci sono:
Le informazioni che accompagnano i risultati dei crash test dedicati ai bambini aiutano a capire se l’auto rende l’installazione semplice e intuitiva o se, al contrario, il rischio di errore è più elevato.
I crash test non sono pensati per essere una “gara” a chi ha il punteggio più alto, ma uno strumento per scegliere in modo più consapevole.
Per chi utilizza l’auto in famiglia hanno un peso particolare:
Per chi percorre molti chilometri, magari in autostrada, diventano centrali:
In sintesi, l’arrivo dei nuovi criteri di valutazione non rende obsolete le prove attuali, ma le inserisce in un percorso di evoluzione continua. Imparare a leggere le informazioni che arrivano dai crash test auto, dai test sui seggiolini e dalle classifiche dei test di sicurezza auto significa avere uno strumento in più per orientarsi tra modelli, allestimenti e soluzioni di mobilità, con un’attenzione costante alla protezione delle persone.